via F.sco Crispi n.122 tel. e fax 092423147 91011 Alcamo (TP)
PROFILO ARTISTICO
l'esterno
La costruzione alta circa 16 metri, sviluppa in 3 registri distinti.
Il primo registro è alto 6.5 metri e presenta alla base una zoccolatura alta 1.8 metri, su cui poggiano le basi delle 4 paraste sovrapposte sormontate da capitelli di ordine tuscanico che vengono riprese nel secondo registro, separato dal primo da una balaustra a "gittante".
Entrambi i registri sono tripartiti verticalmente. Nella parte centrale del primo troviamo il portone sormontato da un arco a tutto sesto, che scende fino alla base e che si ripete 10 volte accentuando la profondità del portone.
Alla sommità troviamo una piccola nicchia di 1 x 0,5 metri, all’interno della quale è posta dal 1933 una statua di San Francesco di Paola .
Prima di quell’anno vi era lo stemma della Confraternita del SS.Crocifisso.
Dalla parte circostante all’arco si diramano decorazioni a volute che terminano alla sommità della nicchia sopra la quale è posta una pensilina arcuata.
Le parti laterali presentano il medesimo motivo costituito dalle due finestre composte da un rettangolo sormontato, nei lati minori, da due semicerchi; questi ultimi sono circondati dagli stessi motivi a voluta del portone. La finestra poggia su una mensola ed è sormontata da una pensilina arcuata.
Il secondo registro risulta identico nelle sue tre parti: l’unica diversità è rappresentata dalle diverse dimensioni delle finestre. Infatti nella parte intermedia troviamo una finestra rettangolare alta 3 x 1,8 metri che presenta i vertici convessi, mentre la altre due laterali risultano più piccole: alte 2 x 1,2 metri.
Il piano è sormontato da un’altra balaustra sulla quale si erge l’ultimo registro che ha esclusivamente una funzione decorativa.
Quest’ultimo è costituito da un campanile a 3 campane poste all’interno di 3 archi a tutto sesto che presentano nel fusto delle paraste delle mensole a ginocchio.
Dalle colonne esterne si dipartono 2 volute che terminano in una decorazione a spirale sormontate da piccoli pinnacoli. Alla sommità dell’arco centrale troviamo una decorazione su cui poggia un crocifisso ferreo ai cui lati ci sono delle bandiere.
I tre registri sono costruiti con materiali diversi: il 1° e il 3° sono in pietra, mentre il 2° è in pietra ma presenta un rivestimento di intonaco. Purtroppo per la vetustà , per gli agenti atmosferici ma soprattutto per l'incuria degli Organi preposti alla salvaguardia, alla tutela e alla valorizzazione dei Beni Artistici, Storici ed Architettonici ,il prospetto necessita di un tempestivo restauro con consolidamento delle torri campanarie, dato che parti dell'intonaco cominciano da anni a staccarsi e merita, pertanto una maggiore attenzione da parte del F.E.C., della Curia e della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani.
LA SCULTURA
Entrando in Chiesa si trova l’elegante acquasantiera con fusto scanalato e
scolpita nel 1606 da Giuseppe Foti.
Gli stucchi che si trovano all’altare maggiore furono
realizzati da Nicolò Curti che, discepolo di suo padre Lorenzo, aveva seguito e superato
Gaspare Serpotta e i Ferraro da Giuliana.
Va inoltre segnalato un crocifisso ligneo ad opera
del trapanese Francesco Marino che sostituì nell’Ottocento quello più grande “in mistura”
della prima chiesa, che è quella meravigliosa opera di Giovannello Matinati del 1550, che
si trova oggi in sagrestia.
L’attuale statua lignea di San Francesco di Paola, attribuita
a Filippo Quattrocchi di Gangi, si
distingue fra tutte le statue raffiguranti il Santo esistenti nel territorio, per naturalezza d'espressione, per eleganza di linee e per un ricco
panneggiamento color nero. La processione del
Santo avviene la seconda domenica dopo Pasqua e la statua viene portata a spalla
su una "vara", da sedici confrati della Confraternita del SS.mo Crocifisso ,
seguita da una moltitudine di fedeli.
Altre statue di impareggiabile bellezza che si possono ammirare sono quelle di S. Anna, dell’Immacolata, del Divino Cuore di Gesù
, di S. Michele Arcangelo, S. Lucia, S. Biagio e S. Vito martire, tutte del XVII° sec.
La statua di S.Anna , in cartapesta con testa e mani di legno, risale alla fine dell'ottocento da quando, nel 1894 , cominciarono a prestare servizio nell'Ospedale Civico le Figlie di S. Anna e sostituì una grande tela ( andata distrutta ) del 1618 opera del pittore trapanese residente in Alcamo, Giuseppe Carrera. La sua solennità si celebra il 26 luglio.
La statua del S. Cuore di Gesù, in gesso, fu collocata nel 1921 in seguito all'istituzione della Pia Unione dell'Apostolato della Preghiera; quella dell'Immacolata, anch'essa in gesso, è di fattura più recente.
Tra le statue più antiche, importante è quella raffigurante S. Michele Arcangelo, che fu proclamato Patrono dell'Ordine dei Minimi dallo stesso Fondatore e che è stato venerato ad Alcamo dai primi anni del Seicento alla fine dell'Ottocento.
Il culto a S. Lucia ad Alcamo è abbastanza remoto tanto che nel Cinquecento, diede il nome ad una contrada.
La statua raffigurante S. Biagio fu trasferita nella nostra Chiesa nel primo decennio del Novecento da quando cioè fu trasferita dall'ex chiesa dell'Annunziata, chiusa al culto nel 1880.
Si rivolgono al Santo, per ottenere grazia, gli affetti di malattie della gola.
La statua lignea di S. Vito, datata 1848, testimonia il culto al Santo nella nostra Chiesa già nel 1870, allorquando l'Ospedale S. Vito e S. Spirito si trasferirono nell'ex Convento. Da notare come già nei primi anni del Quattrocento, una cappella dedicata al Santo diede il nome ad un intero borgo, dove sorse il primo Ospedale di Alcamo che venne chiamato, per l'appunto, S. Vito.
Inoltre va segnalato come molte persone, che non potevano recarsi al Santuario di S. Vito lo Capo, si rivolgessero al Santo nella nostra Chiesa per essere liberati dall'idrofobia o dall'ossessione d'un inspiegabile senso di paura e di ansia.
La solennità del Santo di celebra il 4 febbraio.
Altro capolavoro del XVIII° sec. è rappresentato da uno stupendo mezzo busto di San Francesco di Paola che si trova in sacrestia, di fronte al Crocifisso del Matinati.
LA PITTURA
Descriviamo adesso le quattro tele parietali della navata e i due dipinti sul muro del presbiterio con cornici di stucco e infine i quadri degli altari e della sagrestia, del XVIII° sec, di impareggiabile fattura e degne di essere restaurate.
Il primo dipinto sulla parete destra raffigura il prodigio avvenuto durante la costruzione del convento di Paternò Calabro (CS) nel 1454, quando per una frana due operai morirono schiacciati dalle macerie.
Nel quadro il Santo è
raffigurato nell’atto di benedire i due cadaveri disseppelliti e richiamati in
vita, con alle spalle quel
Paolo Rendacio, in abbigliamento nobiliare, che divenne suo discepolo e vicario generale.
La seconda tela, sempre a destra, raffigura il prodigioso miracolo dei pesci
avvenuto nel 1483 quando il Santo, in viaggio verso Tours, fu accolto a Napoli
dal re Ferrante I° d'Aragona nella sua reggia.
Visto che il Santo rifiutò il suo invito a pranzo, gli mandò
un piatto di pesci fritti che S.Francesco, con un segno di croce rese vivi
dicendo al paggio, un certo Girolamo Cavaniglia, di riferire al re che "così
come lui restituì la vita ai pesci, così lui restituisse la libertà ai tanti
infelici che teneva sepolti nelle prigioni".
Sulla parete sinistra, nel primo quadro è dipinto un nobile con accanto la moglie e
altri personaggi che, in ginocchio, presenta al Santo un bimbo in fasce. Al
cosentino Rocchi era infatti nato un bimbo senza occhi e senza bocca e portatolo
a Paternò Calabro, implorò il Santo affinchè operasse un miracolo.
San Francesco, preso dalla commozione, con l'indice intinto
nella sua saliva toccò le orbite del bimbo e comparvero gli occhi, poi segnò il
luogo della bocca ed essa si aprì al sorriso.
Il secondo dipinto, sempre a sinistra, rappresenta il miracolo relativo alla conversione
del Re di Napoli il quale offrì al Santo un vassoio pieno di monete d’oro per la
costruzione di un convento a Napoli.
S. Francesco, rifiutando l’oro, spezzò una moneta da cui colò
sangue dicendo al re: " Ecco il sangue dei tuoi sudditi che grida vendetta al
cospetto di Dio".
I due oli sulle pareti della cappella del SS. Sacramento , presentano due episodi del
Vecchio Testamento.
A destra è raffigurata l’istituzione della Pasqua ebraica, cui fa riferimento la citazione in basso: (Ex.C.XII,1-8).
A sinistra
è figurato il convito offerto da Lot, nipote di Abramo, a due Angeli, dopo la
lavanda dei piedi, come cita l'iscrizione a margine in basso:
(Gen.Cap.XIX,1-8).
Nel 1750 furono collocate altre due tele, che ricordano antiche devozioni dei Minimi nella loro Chiesa.
La prima a destra presenta la classica rappresentazione iconografica della SS. Trinità, in alto e basso in primo piano i due Santi Cosma e Damiano con la palma in mano, simbolo del glorioso martirio.
Alla destra di uno di loro è raffigurata Santa Rosalia, dalla tradizionale corona di rose sul capo e il giglio in mano e dall’altro lato San Francesco di Sales.
Sulla sinistra invece, c’è un’altra tela raffigurante la Madonna dei Miracoli,
Patrona della città con San Francesco di Paola e San Francesco di Sales. In sagrestia si trova poi, una tela raffigurante la Madonna della Pietà del XVII° secolo.Altre due belle tele, di incerta fattura del XVIII° sec., si trovano in sacrestia e raffigurano la "Pietà" e Santa Caterina da Siena.
( Tratto da: Sergio Dara. La Chiesa del SS.Crocifisso di Alcamo e la sua Confraternita nella Parrocchia di San Francesco di Paola.
Cinque secoli di storia al servizio di Dio e degli uomini. Alcamo, Arti Grafiche Campo, 2014)
© Sergio Dara
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